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Il New Deal

 

     Il più grande interprete politico del modello keynesiano fu Franklin Delano Roosevelt, forse l’uomo politico più importante del XX secolo. Roosevelt vinse le elezioni presidenziali del novembre 1932, nel momento più critico della crisi economica, contro il presidente in carica, il repubblicano Herbert Hoover, il quale nei quattro anni precedenti aveva governato il paese senza riuscire a dare una risposta alle sofferenze del popolo americano. Roosevelt si insediò alla presidenza il 4 marzo 1933 con un discorso di inaugurazione (First Presidential Inauguration Speech) che passò alla storia. Qui il video e qui la trascrizione integrale.  

Il discorso di Roosevelt ai cittadini americani toccò 3 punti fondamentali. Disse loro:

1) innanzi tutto, non dovete avere paura;

So, first of all, let me assert my firm belief that the only thing we have to fear is...fear itself — nameless, unreasoning, unjustified terror which paralyzes needed efforts to convert retreat into advance.

 Quindi, innanzi tutto, permettetemi di riaffermare il mio forte convincimento che l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è… la paura stessa – un terrore senza nome, irragionevole, ingiustificato che paralizza gli sforzi necessari per convertire una ritirata in avanzata.

2) non è colpa vostra, ma dell’avidità e della spregiudicatezza dei banchieri e degli uomini d’affari più influenti;

...rulers of the exchange of mankind's goods have failed through their own stubbornness and their own incompetence, have admitted their failure, and have abdicated. Practices of the unscrupulous money changers stand indicted in the court of public opinion, rejected by the hearts and minds of men.

I governanti del commercio mondiale hanno fallito a causa della loro ostinazione e della loro incompetenza, hanno ammesso il loro fallimento e hanno abdicato. Le pratiche prive di scrupoli degli speculatori monetari stanno in piedi alla sbarra di fronte al tribunale dell’opinione pubblica, rigettati dai cuori e dalle menti degli esseri umani.

Faced by failure of credit they have proposed only the lending of more money. Stripped of the lure of profit by which to induce our people to follow their false leadership, they have resorted to exhortations, pleading tearfully for restored confidence. They know only the rules of a generation of self-seekers. They have no vision, and when there is no vision the people perish.

Di fronte al fallimento del credito, essi hanno saputo proporre soltanto il prestito di altro denaro. Non potendo più ricorrere al miraggio del profitto con cui avevano indotto il nostro popolo a seguire la loro falsa guida, sono ricorsi alle esortazioni, implorando pietosamente per riottenere la fiducia persa. Conoscono solo le regole tipiche di una generazione di egoisti. Non hanno alcuna visione, e quando manca la visione il popolo perisce.

The measure of the restoration lies in the extent to which we apply social values more noble than mere monetary profit.

La misura della ripresa sta nella proporzione in cui applichiamo valori sociali più nobili del mero profitto economico.

… and there must be an end to a conduct in banking and in business which too often has given to a sacred trust the likeness of callous and selfish wrongdoing.

...e quella condotta bancaria e affaristica che troppo spesso ha ripagato la fiducia sacra della popolazione con azioni moralmente sbagliate, spietate ed egoiste deve finire.

3) vi daremo lavoro e ne usciremo;

Our greatest primary task is to put people to work. This is no unsolvable problem if we face it wisely and courageously.

Il nostro compito più importante è dar lavoro alle persone. Questo non è un problema irrisolvibile se lo affrontiamo in maniera saggia e coraggiosa.

We face the arduous days that lie before us in the warm courage of the national unity; with the clear consciousness of seeking old and precious moral values; with the clean satisfaction that comes from the stem performance of duty by old and young alike. We aim at the assurance of a rounded and permanent national life.

Dobbiamo fronteggiare i difficili giorni che abbiamo davanti con il caloroso coraggio dell’unità nazionale; con la chiara coscienza che dobbiamo ritrovare i vecchi e preziosi valori morali; con la soddisfazione che deriva dal compimento dei propri doveri da parte di giovani e vecchi insieme. Il nostro obiettivo è assicurare una ripresa completa e permanente della vita nazionale.

In this dedication of a Nation we humbly ask the blessing of God. May He protect each and every one of us. May He guide me in the days to come.

In questa giornata di consacrazione della Nazione chiediamo umilmente la benedizione di Dio. Possa Egli proteggere ognuno di noi. Possa Egli guidarmi nei giorni a venire.

 

     Con queste parole Roosevelt scrisse la storia. Nel momento più buio e drammatico della crisi fu in grado di infondere fiducia nel popolo americano, il cui spirito era stato spezzato da anni di miserie e privazioni, esortandolo ad alzare la testa e a guardare in alto.

     L’iniziale esortazione a non avere paura fu il fulcro di tutto il discorso, e avvenne con parole che furono tra le più importanti mai pronunciate da un presidente americano. Altrettanto importante fu la scelta di puntare il dito contro i veri responsabili della crisi economica, perché in questo modo si sollevavano le persone dal senso di colpa per aver perso il lavoro e per non poter più essere di sostentamento alle loro famiglie. Al contempo, veniva promesso un cambio di rotta decisivo, ponendo fine all’atteggiamento cieco e spregiudicato di banchieri e affaristi senza scrupoli. La ripresa economica doveva avvenire in un unico modo, restaurando la dignità del lavoro per tutti e recuperando i veri valori della nazione.

     Al discorso inaugurale ne seguirono molti altri, chiamati “chiacchiere al caminetto” e trasmessi per radio in ogni angolo della nazione, in cui il presidente spiegava, con determinazione e con una chiarezza senza precedenti, la natura della crisi finanziaria, il funzionamento del sistema bancario e le misure che era necessario adottare. Questi “discorsi al caminetto”, che sarebbero proseguiti durante tutta la seconda guerra mondiale, scaldarono le menti e i cuori degli americani e riuscirono a preservare l’unità nazionale.

     All’indomani dell’insediamento, Roosevelt mise subito in atto il piano di riforme e programmi noto come New Deal (nuovo patto o nuovo corso) al fine di rilanciare l’economia e sostenere l’occupazione. Le riforme e gli interventi riguardarono soprattutto l’industria e l’agricoltura, e naturalmente nuove regole di controllo per il sistema bancario. Tra le misure più importanti ci furono:

- il National Industrial Recovery Act (1933) con cui si regolamentavano i prezzi, si fissavano salari minimi e le ore di lavoro, si istituiva la protezione dei sindacati e si garantiva la concorrenza leale fra le imprese. Veniva inoltre inaugurato un ambizioso progetto di grandi opere pubbliche;

- l’Agricultural Adjustment Act (1933) che sosteneva i prezzi dei prodotti agricoli e sovvenzionava gli agricoltori che riducevano i raccolti e gli allevatori che eliminavano l'eccesso di bestiame;

- il Glass-Steagall Banking Act (1933) che istituiva una profonda riforma del sistema bancario, separando le banche commerciali, che potevano svolgere solo operazioni classiche come la raccolta dei depositi, dalle banche d’affari ovvero d’investimento, che potevano operare nel settore finanziario con il divieto di usare indistintamente i depositi dei correntisti;

- il Social Security Act (1935) che introduceva un’indennità di disoccupazione e di vecchiaia per i lavoratori.

     Le politiche del New Deal furono avversate dai democratici conservatori e dai repubblicani, ostili ad un intervento federale in economia, al peso sempre più crescente della presidenza rispetto al Congresso e all'aumento del deficit pubblico dato dal costo elevato dei provvedimenti assistenziali. Ma Roosevelt aveva la fiducia e il sostegno della popolazione e nel 1936 venne rieletto, riuscendo così a neutralizzare molti degli attacchi che venivano dai suoi oppositori. Venne riconfermato anche nel 1940 e nel 1944, quando ormai la preoccupazione della popolazione riguardava il coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale.

     Il New Deal portò gli Stati Uniti fuori dalla recessione: lentamente, verso la fine degli anni ‘30 il paese si riprese. Un forte aumento della crescita dell’economia americana si ebbe all’inizio degli anni ‘40 a causa dell’ingresso del paese nella seconda guerra mondiale, cosa che rese necessaria la conversione di molte industrie a sostegno dello sforzo bellico. Nel 1945, a guerra finita, l’America non solo era uscita definitivamente dalla recessione ma era emersa sullo scenario internazionale come la più grande potenza economica del mondo.

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